Riempire un lungo silenzio non è facile; l'unica voce che può levarsi grida che la nostra autonomia è agonizzante.
Da fuori Valle è vista come un inutile privilegio costruito sul nulla.
All'interno della Valle... anche (per alcuni).
Per altri, invece, non è chiaro neppure il perché esista l'autonomia speciale.
Ma il fronte principale si apre tra coloro che vedono l'autonomia incardinata solamente sulle contigenze sociali post-belliche e/o sulla francofonia... e coloro che, non amando il francese (o addirittura la Valle d'Aosta), non la vedono assolutamente di buon occhio.
Un caos totale!
Manca un forte sentimento comunitario; non pretendiamo identitario...
Il francese è importante, ma le caratteristiche del territorio e della nostra storia - di cui la nostra lingua francese è comunque parte integrante - lo sono ancora di più.
Crediamo sia utile pensare e agire in favore del nostro diritto all'autodeterminazione.
Oggi si tratta di mantenere salda e forte la nostra autonomia, ma nella prospettiva dell''indipendenza e di una successiva collaborazione/collegamento con i territori a noi vicini; queste appaiono sempre di più le uniche strade da percorrere in futuro. E non intendiamo con questo progetti aberranti quali il "Limonte", la "Regione Alpina" o una macroregione qualsiasi...
Per tale ragione auspichiamo con coraggio e determinazione un futuro diverso per la nostra Valle d'Aosta, chiedendo a tutti coloro che hanno a cuore gli stessi temi di collaborare insieme per elaborare un progetto serio verso un cammino che ci veda veramente maître chez-nous! Una Valle d'Aosta poi associata a quei territori posti intorno al Monte Bianco e che hanno radici, geografia, clima, storia e tradizioni comuni: un'Europa dei popoli e non degli stati.